Prosegue il progetto AnimaDomus, una rete di psicologi, assistenti sociali e animatori volontari in contatto costante, al telefono e in videochiamata, con chi vive in situazioni di fragilità, in particolare anziani e disabili soli. Un progetto di animazione e tutoraggio domiciliare per chi soffre maggiormente la sospensione delle relazioni sociali del periodo pandemico, grazia al quale è possibile raccogliere i bisogni delle persone a rischio e offrire loro momenti di condivisione per favorirne l’inclusione, prevenire gli eventi acuti e dare sollievo alle loro famiglie e ai caregiver.
Ad AnimaDomus ha aderito un’ampia rete locale di soggetti del Terzo settore, che ha come capofila l’associazione InFamiglia Aps e coinvolge, oltre ai servizi sociali del Comune di Figline e Incisa Valdarno, la Cooperativa sociale Nomos, i volontari delle associazioni Anteas Valdarno, Auser Figline e Auser Incisa, Associazione Volontari Ospedalieri, Associazione Il Giardino, la sezione soci Unicoop Firenze del Valdarno Fiorentino e i sindacati dei pensionati Spi Cgil e Fnp Cisl che, oltre ai volontari, potranno fornire supporto specifico sulle questioni previdenziali e assistenziali. Il progetto AnimaDomus è stato presentato stamani presso la sede dell’Associazione Il Giardino, ai giardini Generale Dalla Chiesa di Figline.
Ogni persona assistita ha un assistente sociale dedicato che si occupa di redigere un piano di intervento specifico sulla base dei suoi bisogni, confrontandosi anche con la famiglia. Sono poi i volontari delle associazioni a tenere compagnia agli anziani soli, in tutta sicurezza, con interventi di socializzazione a distanza, al telefono o in videochiamata. Conoscendo i suoi interessi, i suoi bisogni e le aree di rischio, i contatti periodici servono a contrastare il senso di isolamento e permettono di monitorare costantemente la condizione di salute degli assistiti, i loro progressi e l’andamento del progetto, attraverso schede di valutazione che l’operatore compila dopo ogni chiamata. L’insieme dei dati raccolti servirà poi come caso di studio per verificare l’impatto e le buone pratiche di questo nuovo modello assistenziale.
“AnimaDomus sarebbe dovuto partire già nel 2020 – spiega l’assessore alle Politiche sociali Simone Cellai – prima che la pandemia ci costringesse a rinviarlo e a ripensarlo. Come sappiamo, il virus ha colpito con maggior forza i soggetti più deboli, facendo emergere in modo drammatico quanto gravi siano gli effetti dell’isolamento sociale sulle persone fragili e sugli anziani. Questo progetto è oggi più necessario che mai. Ci consente di realizzare una mappatura del bisogno e di monitorare costantemente le situazioni più a rischio”.
Chi fosse interessato, per sé o per un proprio caro, a prender parte al progetto AnimaDomus può contattare Nomos Cooperativa sociale dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, telefonando allo 055.6510477 o al 393.8230206.